PERSEGUITATI: Fr. DOMENICO COSTANZO

 DALL’ORDINE: frati minori Cappuccini:

 Qui inzia la guerra interna contro Padre Domenico, e fateci caso, i frati in seguito cercano di evitare di parlare di Anna Verde ma quando lo fanno é sempre nel modo più dispregiativo.

Anzi circola in paese un volantino che diffama Anna e Padre Domenico

Sembrano ansiosi di  “riportare a casa il confratello “intanto lo minacciano, con il sorriso sulle labbra per farlo ritrattare, gli altri  due testimoni intanto scappano, solo lui resiste.

Vi posto anche alcune lettere scritte dal Padre al Superiore

Inchiesta dell’Espresso

Una donna che lavorava nel monastero del Santo di Pietrelcina denuncia: «I frati hanno abusato sessualmente di me». E produce registrazioni e sms pornografici. La procura avvia un’inchiesta

di Lirio Abbate  

Satana nel convento di Padre Pio

Se non ci fossero violenze, gli audio di alcune telefonate, e i messaggi inviati dai cellulari di alcuni frati cappuccini, saremmo in un racconto boccaccesco. La tecnologia trasforma tutto e rende reali anche le tristi storie. Il sesso si mischia alla violenza e alle ritorsioni nel convento più famoso nel mondo religioso, quello in cui ha vissuto padre Pio a San Giovanni Rotondo. Centinaia di conversazioni telefoniche tracciano la triste storia di alcuni religiosi che avrebbero abusato e molestato una ragazza che lavorava nel convento. Sono telefonate registrate ed sms a luci rosse scritti dai frati che svelano il lato oscuro di un mondo in cui vivono alcuni di loro, tenuto segreto e nascosto ai fedeli. È il modo con il quale viene sottomessa una povera ragazza attraverso tentativi di violenza sessuale e molestie, pena il licenziamento in caso di rifiuto.

Fatti che si sono svolti per lungo tempo a San Giovanni Rotondo. Storie incise sui nastri audio o scritte nei messaggi di cui “l’Espresso” ha preso visione. La vittima degli abusi è Anna Verde, oggi ha 40 anni. Ha avuto il coraggio di dire basta ai soprusi e alle molestie, denunciando prima alla polizia di Foggia e poi ai carabinieri della sezione della procura della Repubblica. Le sue accuse, oltre alle registrazioni, non sembrano campate in aria perché sono state confermate davanti agli investigatori anche da tre frati che hanno vissuto, in periodi diversi, nel convento di San Giovanni Rotondo, ed hanno visto e sentito ciò che Anna Verde ha denunciato. Per i tre frati, però, solo per aver parlato delle molestie e difeso Anna, accusando alcuni confratelli, è arrivata la punizione “religiosa”. Sono stati oggetto di provvedimenti disciplinari da parte dei loro superiori dell’ordine dei frati minori cappuccini. E per questo allontanati dalla sede in cui si trovavano e trasferiti in altre province per un periodo che a loro non è stato comunicato. Di fatto sono in esilio, e non possono parlare con estranei. Insomma, i loro superiori li hanno messi in punizione solo perché hanno collaborato e denunciato fatti orribili che si sarebbero verificati fra le mura del convento di padre Pio.

Alcuni anni fa la struttura di San Giovanni Rotondo è stata aperta ai laici che hanno iniziato a lavorarci. Fra loro è arrivata anche Anna Verde, all’epoca era una ragazza ventenne, molto povera, che viveva con le sue due gemelle in un piccolo garage, senza luce elettrica, in un paese vicino a San Giovanni Rotondo. Grazie ai frati Anna viene accolta nel convento e nel 1999 inizia a lavorare con loro. Aiuta in cucina e in altri servizi e per i primi tre anni lavora in nero. L’economo del convento, padre Gianmaria Digiorgio le versa quattrocentomila lire al mese, in contanti.

Da qui inizia il racconto, che ci porta ad una storia di dipendenza. Perché Anna con il passare del tempo vive in un contesto che diventa il suo unico mondo. In questo mondo, però, trova il suo orco. «Pensavo di trovare la casa di Dio, l’amore cristiano, invece ho trovato un porcile», scriverà la donna nella sua querela presentata nel febbraio 2014 alla procura di Foggia. Nel convento Anna viene presa di mira dal più potente dei frati e questo, in seguito, la porterà a diventare la vittima di abusi di molti altri frati e anche di qualche laico. La donna non è più vista come una persona, ma diventa oggetto del desiderio a disposizione di chiunque voglia “cadere nel peccato”.

«Padre Gianmaria Digiorgio sin dall’inizio del mio rapporto di lavoro mi ha molestata sessualmente, a volte sul posto di lavoro, quando ero sola in cucina, mi veniva a trovare e mettendo una mano sotto il saio si masturbava», rivela Anna agli investigatori. La donna accusa padre Digiorgio. Sostiene che lei lo ha respinto ed ha portato l’economo del convento ad urlare: «Ah mi rifiuti? Ed io allora vicino a te ti metterò i più maiali». Frase che è stata ascoltata anche da un testimone, un frate, che poche settimane fa l’ha confermata davanti ai giudici. Sarà stata una coincidenza, ma dopo quella minaccia Anna è stata molestata pure da altre persone all’interno del convento.

Gianmaria Digiorgio dal 2010 è stato trasferito a Foggia. Interrogato dai giudici l’ex economo dice: «Dispiace dirlo ancora adesso», si riferisce ad Anna Verde «ha denigrato l’abito che noi frati Cappuccini indossiamo, ha denigrato l’abito del nostro confratello Padre Pio da Pietrelcina, facendo delle accuse contro la moralità». E poi Digiorgio aggiunge: «Voglio far presente che abbiamo avuto un’inquadratura spirituale, io ero seminarista con Padre Pio da Pietrelcina allora, siamo esenti da tutto questo malcontento che la signora Anna Verde ha presentato contro la nostra moralità». Infine, rivolto ai magistrati il frate afferma: «Voglio ricordare che sono un sacerdote e non posso essere un terrorista contro l’uno o contro l’altro». E ancora: «Allora noi diciamo quello che accade e che è accaduto, ma senza offendere l’uno ed accusare l’altro, il problema è che noi abbiamo un abito addosso che dobbiamo difendere». È un monito rivolto ai frati che invece hanno deciso di collaborare riscontrando le affermazioni di Anna e quindi accusando altri cappuccini?

La donna racconta di aver chiesto aiuto a padre Felice Cangelosi, all’epoca vicario generale, oggi alla guida dei cappuccini di Messina. Era l’unico che avrebbe avuto, grazie al ruolo ricoperto, la possibilità di intervenire. Nonostante l’apparente disponibilità, Cangelosi secondo la difesa della donna da quel momento crea intorno ad Anna una sorta di isolamento, tanto che per evitare che lei potesse parlare con estranei al convento, aveva disposto che un frate l’accompagnasse ogni volta che doveva uscire dalla struttura religiosa. Il frate scelto per questo “affiancamento”, secondo Anna Verde, nell’estate del 2009 l’avrebbe molestata durante un viaggio verso Bassano del Grappa.

Cangelosi ha detto ai giudici di avere sempre aiutato Anna Verde. È dell’ex vicario generale un sms alla donna in cui scrive: «Il signore ti vuole bene, sii forte, tu non perdi la dignità, la perde chi ti tratta male». Chi trattava male Anna Verde? «Lei si lamentava di essere trattata male, un po’ da tutti, dopo il fatto del 2012 (l’aggressione con molestie subite ndr) i frati l’avevano abbandonata. In precedenza si lamentava specificamente di un frate, padre Gianmaria Digiorgio». Cangelosi esclude però che si potesse trattare di molestie o abusi. Ipotizza che forse era mobbizzata.

«Ho continuato a subire avance da alcuni frati e ricevevo immagini sconce di frati in mutande. È evidente, insomma, il tentativo di farmi impazzire per il disagio», scrive la donna ai giudici. E racconta tanti episodi, tra i quali uno degli ultimi avvenuto ad ottobre 2013 quando un frate, mentre le stava parlando, «all’improvviso mi dice: “mi piaci con le gambe aperte”. Anche in quella occasione ho provveduto a registrare la conversazione».

Di abusi e molestie si parla nei 328 file audio registrati da Anna e in centinaia di sms che la donna ha ricevuto. Tutto questo materiale è stato raccolto dal suo difensore, l’avvocatessa Alessandra Guarini, che li ha fatti esaminare e certificare dall’ingegnere Giuseppe Dezzani del Digital Forensics Bureau in una consulenza tecnica. La ricerca di altri riscontri è stata affidata dal difensore al gruppo di investigatori privati che fa capo a Nicola Santimone. L’avvocatessa Guarini è affiancata dallo studio legale di Angela Cascarano, e i legali si sono costituiti parte civile davanti ai giudici del tribunale di Foggia, impugnando pure il licenziamento di Anna per “giusta causa” arrivato dopo le denunce. Un team di professionisti si è messo a lavoro per aiutare questa donna ad avere giustizia.

Dal racconto emerge il modo in cui Anna è stata tenuta prigioniera, un ostaggio sotto ricatto perché se fosse uscita dal convento rischiava la miseria. Durante i quattordici anni in cui vive e lavora nel convento, Anna non ha relazioni con l’esterno. Per lei esistono solo il convento e i frati. Nessun altro esterno che possa aiutarla a prendere la decisione di troncare. È isolata, prigioniera. Riesce a guadagnare qualcosa solo grazie ai religiosi. Non riesce a sopportare i continui abusi ai quali è sottoposta. L’equilibrio si spezza dopo l’ultima molestia subita. Quella di un laico che lavora nel convento, Matteo Nardella, attualmente imputato davanti ai giudici del tribunale di Foggia. Tenta di abusare di lei ed è la goccia che fa traboccare il vaso. È luglio 2012. La donna finisce al pronto soccorso e qui convinta dai medici dell’ospedale in cui è stata visitata e poi dagli investigatori che erano stati allertati, ha preso coraggio ed ha denunciato. Ha raccontato la sua storia. Ma dopo la denuncia arriva l’isolamento, con la reazione durissima dei frati: ritorsioni e vessazioni. A cominciare dal licenziamento fino allo sfratto di casa che gli era stata messa a disposizione dai frati, pagando un piccolo affitto.

La vicenda di Anna Verde è come quella di tante donne che sono vittime di un marito aguzzino che amano e odiano. Perché da quell’uomo dipende la loro vita e la loro morte, e quindi si crea un rapporto da sindrome di Stoccolma. Anna non ha alternative: o sta in convento e accetta le molestie, pagando così un prezzo altissimo, compiacendo le pulsioni di tutti, o altrimenti c’è la miseria. Il rischio per lei è ritornare a vivere nel garage, in povertà. Perché se esce dal convento non ha più nulla. Come poi si è verificato. Sembra non avere alternative. Questa donna però ha trovato il coraggio di ribellarsi, sostenuta dai tre frati cappuccini che hanno testimoniato a suo favore. Uno di loro, padre Domenico Costanzo, ha pure scritto a papa Francesco segnalando la vicenda, ma non ha avuto risposta. La ribellione di Anna si spinge avanti, e dopo aver denunciato il suo collega laico Nardella, ha svelato agli investigatori di Foggia gli abusi che avrebbe avuto dai frati.
La procura, dopo diversi solleciti presentati dal difensore di Verde, tutti protocollati, ha aperto due fascicoli dopo ventiquattro mesi dalla denuncia. E così c’è stato un diverso trattamento dei casi denunciati: Nardella è stato mandato sotto processo per violenza e molestia sessuale e il processo è in corso davanti ai giudici del tribunale e Anna è parte civile. Per quanto riguarda invece le accuse ai frati, i pm di Foggia non contestano alcun reato di abuso sessuale, ma solo “maltrattamenti sul luogo di lavoro”. Le molestie denunciate non vengono prese in considerazione. Secondo la difesa non sarebbe stato fatto su questo punto alcun approfodimento investigativo. Secondo i magistrati non ci sono questi reati. Non solo, per i maltrattamenti per i quali i frati sono ancora indagati, la procura chiede l’archiviazione, perché la notizia di reato è infondata. A questa richiesta il difensore della parte offesa si è opposto e il gip del tribunale dovrà fissare una nuova udienza per discutere questa scelta della procura. I casi giudiziari sono ancora aperti e si prevedono nuovi colpi di scena.

Padre Domenico. La lettera a Frate Felice Cangelosi

(Superiore Provinciale)

Carissimo, nonostante tutto,  riconosco le vostre persone e le rispetto, come è giusto, ma non sento di condividere il modo con cui vi rapportate con me e con altre persone. Costituiti, infatti, in autorità,  l’impegno che vi compete, da espletare nel servizio della carità e la dinamica della fraternità, perla specifica dell’ordine francescano cappuccino,  tutto scorre sulla base del potere che, sembra, miri, piuttosto, come ho potuto costatare, sulla mia pelle e di qualche altra persona, alla distruzione, e non alla promozione, al rispetto della giustizia e al bene della persona stessa.  Il tuo intento, Felice, infatti, ho capito benissimo, è quello che io soccomba o mi riduca in malo modo, per poi chiudere la mia vita nel totale abbandono…  Così si spiega questo strategico silenzio e le continue punzecchiature che mi pervengono da parte di esseri, pieni di veleno, che tendono a demolire, avvilire e scoraggiare. Anche le lettere aperte fanno la loro parte che mettono in evidenza grosse e poderose menzogne e inviti, con vile ricatto, a ritrattare quanto ho dichiarato davanti al giudice, nei confronti di Anna verde.

Ti pregherei, pertanto, di usare mezzi più decenti e altrettanto efficaci, se devi arrivare al tuo scopo. Ma prima ascoltami.

1 – Non ho mai usato telecamere nascoste e non ho mai ripreso nessuno;

2 –  Affermo, in maniera determinante, che mi rifiuto categoricamente di ritrattare una sola riga di quanto  ho scritto a sostegno di Anna Verde contro l’azione persecutoria  da parte tua e del covo s. V. e, particolarmente, non intendo , assolutamente, ritrattare, quanto ho dichiarato, sotto giuramento, davanti al giudice,  in relazione agli abusi e molestie sessuali subite da Anna Verde che, ancora oggi,  grondano sangue di profonde ferite morali e, pertanto,  continuo a sostenere Anna Verde e la custodirò sempre, come una perla. 

 

Padre Domenico

Al provinciale dei Cappuccini di Messina: Felice Cangelosi

Reggio Calabria 22. 03

Premessa – dovevo inviare la presente da tempo, ma il guasto del computer non me lo ha permesso. Lo faccio adesso, anche se non è proprio il tempo adatto, ma non posso far passare altro tempo. Stai tranquillo che saprò controllare la situazione.

La presente, provinciale Felice, per rasserenarti in ordine alla mia salute. Sto bene, infatti… si, grazie al Signore, sto benone, e in tutti i sensi… Non sono “malato”, come mi hai fatto sapere. E ti assicuro che anche l’ultimo controllo, che ho fatto il 25 gennaio c.a., a Cefalu’, in cui i prof. Cipolla, con visita medica accurata e controlli strumentali, mi ha trovato in ottima forma. Anche la terapia rimane invariata perché risponde ottimamente alle previsioni fatte.

Da una parte mi ha fatto molto bene l’interessamento per quanto riguarda la mia salute, tenuto conto che, tra me e te, i ponti e la comunicazione sono inesistenti e senza un minimo di dialogo e di rapporto umano. Dall’altra parte mi arrivano altre note relative all’aspetto mentale. Sento dire nientemeno che: “Fr. Domenico è pazzo”. Certo, ti eri convinto che la carica esplosiva che hai disposto, con tanta cura, esprimendo il meglio della tua intelligenza e della tua personalità distorta, unita ad un potenziale di grande spessore del potere a te concesso, secondo i tuoi calcoli, avrebbe dovuto, con sicurezza, produrre il previsto effetto di una pazzia ben dosata, lenta, lenta, lenta e sempre più lenta… nella mia psiche, e, così, hai parlato con sicurezza … Fr. Domenico è pazzo!!! Stai tranquitlo„. non è cosìl

Costato, pertanto, che non ti sei degnato né di parlarmi, né, tanto meno, di regalarmi una visita personale o per altri, non per pretesa da parte mia, ma come dovere da parte tua, se veramente tieni al senso della dinamica della tua competenza. Infatti, si vede, mi hai buttato qui e te ne sei letteralmente fregato, mentre mani e braccia amorevoli e cuori attenti e premurosi, mi hanno accolto con tanta grazia e benedizione. Del resto, l’avevo capito subito, che mi avevi vomitato dal tuo essere con quell’odio e spirito di vendetta che ti hanno distinto nei miei confronti, anche se ad altri sai dire: certo, a fr. Domenico gli vogliamo bene… Grazie di tanta compiacenza, provinciale!!!

Pertanto sono dispiaciuto e fortemente amareggiato che, forse per sentirti più sicuro e potente, certo dopo tanti tentennamenti, hai incollato la tua vita al vergognoso e diabolico “covosenzaVangelo” di SGR (che Dio lo distrugga quanto prima). e hai somatizzato pienamente lo spirito, la mentalità, la logica, la forma e gli atteggiamenti di quel sistema da cui partono i dardi avvelenati per rovinare le persone. Di questo, ripeto, ne sono addolorato al massimo, anche perché la provincia di Messina, tramite te, viene, in certo qual modo assorbita, coinvolta e influenzata al punto che sarà costretta, di conseguenza, a respirare la stessa aria, a parte la presenza di P. Pio.

Mi giunge anche all’orecchio una tua espressione che mi ha mortificato profondamente che, certamente fa riferimento ad Anna Verde e che rivela un concetto deprimente di bassissima lega da parte tua, in primis, e di altri, tuoi Fan, che nutrite nei miei confronti: Sa puttau a Troina! con riferimento ad Anna Verde. Credimi, mi venne istintivo pensare all’ uomo carnale di S. Paolo. No, caro ministro, assolutamente, no! Sei lontano mille miglia dalla verità.

lo non ho mai considerato Anna un possesso da spostare di qua e di la, nemmeno per un attimo, ma le sono stato vicino e le sono vicino, anche da lontano, per sostenerla, incoraggiarla e custodirla come una perla.

ln proposito emerge un’ altra bufala di dimensioni straordinaria: Anna sarebbe la mia amante… Si sa che quando si vuole distrugge una persona, anche i fegatini dei polli sono utili , non ci sono limiti e tutto si ritiene logico e ammissibile. Ministro, questa idea l’hai estorta certamente, ne sono sicuro, ad un soggetto a me abbastanza noto, sofferente di una patologia dove si nutrono fisime e idee fisse. Grazie! Non ho mai avuto amanti o cose del genere, perché sono da sempre abbastanza ricco della mia vocazione e consacrazione di frate Cappuccino, e questa, da sola copre, perennemente, l’universo delle mie esigenze fisiche, di mente e di cuore, è il punto forte di quanto di meglio io possa desiderare.

E poi, sappi, in ordine ad Anna, come sia capitata a Troina, io non c’entro niente. E’ assurdo che io pensassi Anna a Troina, anche se è il mio paese d’origine, dove, tolta la realtà dell’Oasi (fra l’altro in perfetta crisi economica),non c’è da sperare niente. E’ tutta opera di Fr. Piergiovanni il quale, appena ha conosciuto Anna, stupito e meravigliato per l’aspetto estetico, si è interessato a lei con ardore e tanto calore, e si mise a disposizione, promettendo lavoro e aiuto, cose che per Anna erano bisogni di prima necessità, il lavoro, soprattutto, infatti Anna ha chiarito subito che non desiderava affatto essere mantenuta, ma lavorare e vivere autonomamente. Intanto Piergiovanni ha convinto Anna a comprare la casa a Troina e stabilirvisi. E’ giusto notare, a questo punto, un particolare interessante

Anna aveva impegnato una casa a Castelbuono con una caparra, già consegnata di €. 3.000,00, somma che, di conseguenza, è andata perduta, a seguito della drammatica disdetta. A questo punto sembrava che tutto fosse scontato.Ma le sue presto emersero le difficoltà oggettive di valutazione. Piergiovanni, in sostanza, aveva inteso accogliere Anna con calore ed entusiasmo e, a quanto si è potuto capire, Anna doveva essere a disposizione del Frate per ogni eventualità… sarebbe a dire “ad usum delphini”. Ora Anna che, in certo qual modo aveva accettato per quanto riguardava l’ offerta del lavoro, non si è trovata affatto nella linea del frate. E poi, vedendo che la comunità, diretta dal frate, si muoveva con regole ed esigenze non del tutto normali e improponibili, nel rapporto di lavoro, la ragazza non sentiva di poter accettare. Così Piergiovanni cominciò a girare la frittata e, passando da un contrasto all’altro, esponendo difficoltà di ogni genere, cominciò ad alterarsi con prese in giro, con vivo disappunto perché non trovava adesione da parte di Anna, alla fine tra un battibecco e l’altro non si è concluso nulla.

Le battute di vario genere non si sono fatte aspettare Anna è rimasta senza lavoro e alla… fame. A questo punto ebbero inizio dei battibecchi e scambio di parole che, a poco a poco si trasformarono in mobbing e valutazioni diversificate da una parte e dall’altra. Piergiovanni da parte sua metteva i puntini sulle i: Non ti aiuterò se non fai come fanno le mie collaboratrici che sono disponibili a quanto io chiedo; tu non mi conosci, io sono capace di tutto, non mi fai paura col tuo avvocato… anche noi abbiamo avvocati… p. Domenico è malato, ha ragione Cangelosi; P. Domenico è folle; Congelosi ha ragione che tu sei una puttana… lo ti faccio mobbing perché mi ha obligato Cangelosi, lui mi ha minacciato per una storia con… stai attenta, io farò credere che sei una pazza e sono capace di tutto… le collaboratrici mi difenderanno… Rosi pur di difendermi, è capace di tutto… quanto  al lavoro puoi andare a bussare a tutte le porte di Troina…. non ne troverai una aperta… Quasi a dire solo la mia porta rImane aperta per coloro che accettano la mia logica.

A complicare le cose sei intervenuto tu, Provinciale che il 3 marzo c.a. in occasione del ritorno dal Brasile di Ednir, l’amica di Piergiovanni, hai proposto al frate un patto, sancito sulla base di una somma di danaro, secondo il quale Piergiovanni si impegnava formalmente a non permettere ad Anna di entrare in Convento e di non preoccuparsi di aiutarla e… abbandonala a se stessa… e se la vedesse lei!

Se ne vada come è venuta… che muoia. Così Piergiovanni e diventato tuo complice e sicario e in più hai potuto scaricare tutto il tuo odio così come ti bolle dentro quasi fossi un leone inferocito. Sentendo tali espressioni mi sembrava che qualcuno mi picchiasse con una sferza alle spalle. C’era da rabbrividire, rimanere scioccati e scandalizzati al massimo. Anna sembra essere capitata dentro una cosca mafiosa che, insensibile, non bada più alla persona umana. La disprezza, la ingiuria, la minaccia.

Queste cose, provinciale, non le dico forte, per rispetto, ma non posso non dirle e chissà, forse domani, dovrò amplificarle perché troppo ormai si è giocato brutto a danno di Anna, ma adesso è l’ora di finirla di provvedere perché questa donna abbia da poter vivere serenamente la sua vita dopo tante, tante mazzate e persecuzioni che, pare non finiscano mai ln più, ho costatato, e altri con me, che hai fatto circolare delle note infamanti relative ad Anna, come il tuo collega di Foggia ha fatto con gli amici di Anna ed, eludendo le gravi condanne pronunciate da Gesù (cfr. Mat. 5…), insieme l’avete presentata come donna facile, pericolosa… Anche un prete di Troina, informato da un lecchino di prima qualità, si è dato da fare per divulgare queste belle edificanti notizie… figurati! Che ibrido spettacolo! Tutto di sapore cappuccino!

Eccoti, intanto, insiste Piergiovanni: Felice Cangelosi è un vigliacco, ha scritto una lettera a tutta la provincia dicendo che tu, (Anna), sei una donnaccia, una donna pericolosa, una donna facile... ma: io so che tu sei una donna speciale e onesta, ma devi entrare in questo bel mondo… ti piacerà, ma devi tenere fuori p. Domenico, devi farti furba. Perdonami… Cangelosi mi ha detto che ti devo far male… (e) mi ricatta, mi ha chiamato per dire che non devo aiutarti perché sei una donnaccia; io ho paura del malvagioè capace di tutto, parla a tutti che tu sei una donna facile… I frati di SGR sono corrotti … sono capaci di tutto pur di distruggere una ragazza onesta come te. Mi sono sentito con Giammaria, gli devo spiegazioni… anche se lui ti ha abusata devi chiedere perdono... Giammaria ha un potee che tu non ne hai idea.

Sono assolutamente nauseato, e non so in quale mondo mi ritrovo. Più di una volta ho dovuto fermarmi per riprendere respiro e ricominciare… intanto questa è la triste realtà e mi dispiace, veramente mi dispiace che proprio alla vigilia di Pasqua presentare una situazione così drammatica.

Ho ricevuto la lettera che annuncia la festa del due giugno prossimo a Nicosia in onore di San Felice… la Misericordia “felice”… invocata, condivisa e testimoniata una celebrazione, certo imponente, ma che, forse, lascerà il tempo che trova, come tante altre volte, dal momento che non emerge un segno particolare che ne perpetui la memoria e il ricordo. Altrove invece, come a Troina, c’è la Misericordia calpestata con un segno vivo e ben visibile: Anna Verde che non chiede affatto la luna, ma il recupero del diritto al lavoro che le è stato rubato con l’imbroglio e il tradimento. rafforzato con la nuova lega e il vergognoso e diabolico covosenzavangelo di SGR, che ha raggiunto limiti straordinari e impensabili.

Mi dispiace tutto questo e mi sento ferito io stesso, perché, nonostante quello che hai combinato a me, io sento forte la mia appartenenza alla fraternità di Messina, che mi manca profondamente, e vivo con una forte nostalgia di rivedere e luoghi e persone, anche se non mi volessero bene, infatti, aspetto con ansia la settimana del capitolo per riempire tutto il vuoto che si è creato nella mia vita di frate cappuccino.

 

 

 

“Mi ritengo libero da ogni aggancio con voi”.

Nuova lettera di Padre Domenico all’Ordine dei Cappuccini

Provinciale
Frati Cappuccini – Messina   

Per la terza volta (e adesso è la quarta volta) ti scrivo per mettere in evidenza la mia volontà, relativa all’intenzione di uscire dall’ordine.  In effetti io, già dal 21 Novembre 2017, mi sono ritenuto fuori dall’ordine, fuori con la mente, col cuore e nella realtà concreta, con la pubblicazione via Fb.  Ripeto che non si tratta affatto di capriccio o di crisi vocazionale, ma  per la pesantezza di un esercizio di potere che da  un certo periodo hai manifestato nei miei confronti. Infatti, aggrappato al tuo potere, ti sei rivestito della boria di un garibaldino e sei diventato come un bullo mastino, più che potente, con l’ansia di colpirmi ad ogni piè sospinto, evidenziando, nei miei confronti, un odio conclamato e uno spirito vendicativo, al punto   che non mi parli più da tanto tempo, che mi hai strappato dalla provincia, e… da Castelbuono, soprattutto in maniera  quasi violenta ed avvilente, che mi hai imposto di non metter più piede a Castelbuono per essere stato minacciato di ritrattare quello che ho testimoniato davanti alla autorità  giudiziaria, dicendo il vero, su quanto, a mia conoscenza circa abusi e molestie, subite da Anna Verde. Pertanto Io, Padre Domenico, confermo che ho stimato sempre l’ordine cappuccino e ho imparato ad amarlo dall’età di 12 anni, da quando sono stato chiamato al seminario (giovedì 27 sett. 1945) e, a poco a poco, anno dopo anno, durante la crescita e l’inoltro progressivo nella dinamica interna fino alla maturità, ho avuto la chiara sensazione che il “cappuccino” fosse penetrato nel profondo del midollo delle mie ossa. E sono stato cappuccino, convinto e convincente, lavorando indefessamente,  giorno dopo giorno e senza risparmiarmi, in tutti i campi dove sono stato impegnato, come presbitero, per ben 60 anni. Mai perplesso, mai scoraggiato, mai avvilito e sempre entusiasta di quello che facevo, dando tutto di me stesso, avvertendo la presenza del Signore in tutto quello che ho potuto realizzare. Posso dire altrettanto per quanto riguarda il rapporto con il popolo  che,  a seguito della mia lunga esperienza ( 40 anni) a Castelbuono, infatti,  mi sono visto seguito  e amato per la mia onestà, equilibrio e assoluta disponibilità.

Mi sorprende, pertanto, e, non poco, l’arrivo della  1° e 2° ammonizione canonica per la dimissione dall’Ordine!!!.  Ti confesso che ci ho riso di sopra un bel po’, divertito. Come si può pensare alla mia dimissione dall’Ordine  dopo che io, liberamente e consapevolmente, col senso di piena responsabilità, ho espresso, ripetutamente, la mia volontà di lasciare l’Ordine e ciò, ripeto, non per crisi vocazionale o per motivi banali???.  Silurato, infatti, a Reggio Calabria ed ivi inchiodato senza il minimo rapporto di dialogo coi superiori e nemmeno col resto della fraternità… Ho avuto la netta sensazione di essere stato rifiutato e, da te, vomitato dalla bocca, dalla mente e dal cuore, perchè ritenuto un essere inutile e dimenticato da tutti, per due anni e mesi… senza mai  una chiamata, una parola di conforto umano…  Ero riuscito a capire che quel luogo, Reggio Calabria, corrispondeva alla conclusione della mia storia umana, come una precisa e inesorabile premeditata condanna. Giorno dopo giorno mi accorgevo, infatti, che qualcosa covava in te e in tutti, in maniera latente e subdola e si manifestava, in modo indiretto, facendomi stare male. Posso dire che ho sperimentato il peso e la dinamica delle inquisizioni medievali. A stento ho sopportato per due anni e mesi l’esilio di Reggio Cal. ma, alla fine, si è rivelata, in tutta la sua portata, quella fragilità che è anche dei più forti, e, in queste condizioni, ho sfiorato, più di una volta, il pericolo di un crollo rovinoso a livello psicofisico o di una scivolata in una depressione senza ritorno, così è successo al pronto soccorso di Reggio C., nella notte tra il 17 e 18 settembre del 2017. Ho avuto tanta paura, quella notte per la salute e per tutto… così ho deciso di provvedere a lasciare quella sede sotto la tutela dell’avvocato e ho fatto ritorno a Castelbuono appunto per motivi di salute, la quale, immediatamente ha ripreso il suo ritmo ed equilibrio normale ad ogni livello fino ad oggi. Dopo tutto questo, pertanto, devo rilevare come in nessuna legge canonica e no, è scritto tutto quello che mi avete fatto soffrire e, pare per il capriccio di un potere di cui ti sei appropriato proprio per fare e vedere soffrire. Il codice di diritto canonico è diventato per te il punto fisso che regola il termometro del tuo agire… E’ possibile che un articolo o un comma del DC  valga più di una persona e di una persona di 85 anni che debba essere strapazzato peggio di un cane, per impedirgli di esercitare quello che ha ricevuto, e non dagli uomini… quell’esercizio che mi ha sempre sostenuto per 60 anni?  Mi ha mortificato fin nel profondo del mio essere, che proprio in occasione del sessantesimo anno di ordinazione, mi sia stato impedito gridare il mio Grazie a Dio per tanto dono? Tu sai che quello che io sono diventato il 9 marzo del 1958, non è frutto della mia industria o del mio saper fare, ma libera scelta del Signore che, già dall’età di 12 anni, mi ha chiamato, cosa che io ho capito benissimo e l’ho tenuto sempre presente, ricordando anche quel primo giorno in cui sono andato al seminario di Randazzo, data che io ho ricordato quasi ogni anno? E tutto ciò a beneficio della Chiesa e del prossimo. Rimango ancora inebetito e scioccato. Mi sembra proprio di vivere quella scena quando Gesù ha presentato la sua nuova legge di libertà, di gioia e di salvezza e i Farisei, brontolando, si aggrappavano alla legge degli uomini!!! Per questo io reputo che più che un‘offesa a me,  si è trattato di un impedimento alla grazia e un rifiuto alla misericordia. Aggiungo ancora che,  considerato come morto, completamente isolato, abbandonato ed emarginato oltre che privato di un minimo di dialogo per due anni e mesi, con i superiori, chiusi nel silenzio, insieme al resto della fraternità provinciale… *Mi dissocio dal fatto che, per essere stato membro effettivo dell’Ordine, debba sentirmi coinvolto in quegli atteggiamenti persecutori ad oltranza, nei confronti di Anna Verde, con l’intento di rovinarne la vita e oscurarne la personalità, la fama e il buon nome… Anna, invece, è innocente, di moralità a posto e onesta… *Mi è sonata come un brutale giudizio sommario, la lettera del 06.06.016, un’autentica condanna che mi ha umiliato in profondità  e fortemente offeso nella mia dignità  e personalità umana…  *In questa lettera mi si impone di ritrattare quanto io ho scritto, per sostenere Anna contro  l’azione persecutoria da parte del covosenzaVangelo e quello che, sotto giuramento, ho dichiarato davanti al giudice, cosa che non farò mai, costi quello che costi. Gli abusi e le molestie sessuali, di cui è vittima Anna Verde, sono fatti storici, concreti, orripilanti e indimenticabili che, nell’esperienza di Anna, grondano ancora sangue di profonde ferite morali… *Ho registrato, in tutto questo tempo, la completa assenza dell’intera Fraternità e la radicale  indifferenza  dei singoli membri della fraternità provinciale, particolarmente in determinati momenti in cui era in serio pericolo la mia vita e, considerandomi morto, hanno disperso, dalla mia stanza di Castelbuono, cose che, per me, avevano un valore significativo di una lunga attività coi Bambini e i giovani… *Condanno, con forza, scandalizzato, il ricorso al braccio secolare, mediante  “galoppini”, non senza compenso, al fine di danneggiare, con dicerie calunniose e registrazioni, fatte circolare privatamente , per denigrare Anna Verde sia moralmente che socialmente…  (E’ dire che il 29.09.2012, tu, provinciale, hai detto, dinanzi all’autorità, che: Anna Verde è una persona di animo umile e generosa e, moralmente pulita).   *Biasimo sinceramente il fatto che Anna che, dal 2013 ad oggi, pur avendo avuto la possibilità di lavoro, per se e le sue sorelle, si è trovata, sempre e puntualmente, davanti ad un muro alto e invalicabile, che “la mano nera” di Troina, legata al covosenzaVangelo di SGR, aveva determinato che ciò non avvenisse  e… non avveniva di fatto…

Pertanto, ancora una volta, per quello che ho dovuto subire fin adesso, mi ritengo libero da ogni aggancio con voi, se no, sarò costretto a prendere provvedimento. Non ho niente da dare a voi e niente ricevere da voi. Rispettosi saluti.

Troina, 30.03.018.

Fr. Domenico Costanzo

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Appello di Anna Verde rivolto al Generale dei Cappuccini

Si, sono io che scrivo: Anna Verde appunto. Vivo ancora i momenti terrificanti di una persecuzione che ha gravato su di me senza rendermene conto per il fatto che non ho la coscienza di aver fatto nulla contro nessuno per avvertire sulla mia persona tanto odio ingiustificato e una persecuzione assolutamente ingiusta dopo i segni logoranti degli abusi e delle molestie, nonché delle sofferenze morali e fisiche; provocate da atteggiamenti insani che hanno danneggiato non poco la mia salute e offeso gravemente la mia persona di donna e figlia di Dio. E anche se totalmente estranea ad atteggiamenti e situazioni che non mi appartengono, vengo, ancora oggi, salutata ed apostrofata con titoli vergognosi ed epiteti di strada che ti fanno orrore.
Vedo che mi sono imbattuta in mezzo a persone, consacrate o no, la cui caratteristica è l’assoluta indifferenza e una cattiveria malcelata che genera odio, maldicenza e persecuzione…
Ho lavorato al convento sotto la paura di essere licenziata e pertanto qualcuno voleva fare di me “una cosa da usare” , ma il Signore mi è stato vicino e ho avuto la forza di non abbassare il capo davanti a nessuno. Ma questo fatto ha provocato rabbia e sulla mia pelle ho provato i danni e le sofferenze di una persecuzione continua con mobbing, cagnare, ingiurie e maltrattamenti morali, offese contro la mia persona… e poi il ‘licenziamento dal lavoro, ingiusto e illegale e infine anche la causa, con cui speravo di impugnare il licenziamento, perduta con l’inganno e il tradimento.

Questa la mia amara e sconvolgente esperienza con un crescente accanimento per portarmi alla rovina. Non ho mai potuto assaporare una parola o un gesto che avesse sapore di Vangelo. Adesso sono in attesa di essere definitivamente sfrattata dalla casa, dove attualmente abito con le mie due sorelle. Noi non abbiamo casa dove abitare e viviamo nella povertà più squallida. Non vorrei che si verificasse quanto avrebbe detto uno dei consacrati di grosso calibro che conta molto: “Non vedo l’ora di vedere strisciare per la strada, questa donnaccia!”

È la voce della sicurezza di chi ha le spalle al sicuro, infatti tutti ormai sanno che voi avete realizzato un ingente patrimonio tra case, ville e terreni col beneficio e la protezione di Padre Pio. Comunque siamo sicure che lo stesso santo non ci volterà le spalle a me e alle mie sorelle. Oltretutto non ho fatto mai niente di male a nessuno, e ai danni già ricevuti non vorremmo si aggiungesse anche questo, di rimanere senza un tetto.

Gentile Generale, le sono grata per avermi ascoltato e spero vorrà prendere a cuore la mia situazione se può venirmi incontro in qualche modo.
La saluto di cuore.

Anna Verde

Cara Anna, quel generale dei cappuccini è un essere senza scrupoli, per queste persone le donne sono meno di niente, ecco perchè possono coprire chi le usa.

 

In questa storia di rifiuto mi sembra di rivivere la sofferenza di un  atro frate…

Avevo voglia di pubblicare anche la lunga lettera piena di veleno dove un confratello di Domenico in modo a dir poco psicotico e maniacale, risponde.  Ma preferisco astenermi perchè mi suscita nausea.

Non perchè voglia nascondere qualcosa, ma perchè conosco le tattiche psicologiche per deviare le menti semplici e farebbero carte false pur di aver ragione.

Sono grandi manipolatori… ecco perchè non si fidano degli altri

Tra un Signore sia con te, ed un pace e bene, c’è sempre una minaccia: un ammonizione, un allusione, un insulto. All’analisi di quella lettera scritta dal suo confratello vorrei consigliare all’interessato un bel check-up psichiatrico e una confessione seria, fuori dall’Ordine, giusto per non darsi ragione a vicenda!!

E mentre il Provinciale annuncia che Padre Domenico non è più frate, sappiate che lui in realtà sarà frate per sempre perchè il sacerdozio non glielo toglierà nessuno. Se mantiene il voto di castità di cui non ho mai avuto dubbi, quello di umiltà che ha testimoniato affrontando questa persecuzione e quello di Obbedienza perchè la prima obbedienza, un consacrato la deve a Dio, per questo rimarrà sacerdote.

Poteva infatti dormire sonni tranquilli, pensando che l’Ordine aveva contribuito a rovinare la vita e la credibilità di Anna e le sue sorelle?  Io credo di più a quello che dice Padre Domenico. Anche se avesse superato il tempo canonico dell’uscita dalla comunità, é lui che li ha lasciati, per come lo hanno  trattato,  non si fidava più di loro!

Cosa ne avrebbero fatto di lui se fosse tornato? Anziano, isolato, e denigrato dai confratelli?

Ci ha “disonorati” cosi scriverà il superiore a tutti i frati, lettere di fuoco, contro di lui.

Voi cari frati siete vendicativi, io vi conosco. Tacete si, ma solo per uccidere!! E se ci avete tenuto così tanto a farlo passare da “ senza cervello”, non ci siete riusciti.

Voi credete che un uomo di questa età si sarebbe giocato una vita di offerta, la credibilità e la sua anima, per una storia di poco conto?

Ed invece, cari frati come sempre, vi comportate come una mafia, e riuscite a fare fuori chiunque non sia allineato con le vostre ragioni, anche quando avete torto!! E non è l’unico caso!!  È facile allora proclamarvi tutti senza peccato, ma non è così, purtroppo!

Forse siete condizionati da laici ruffiani che vi circondano? 

Chi vi sostiene in questa farsa, non tiene alla vostra anima, vi usa, come fate voi con loro.

Eppure non ci vuole tanta scienza per capire che il vostro comportamento è così anti evangelico, messo in atto per salvare le apparenze ad ogni costo, e per questo disposti perfino a perdere l’anima…

Voi non potete immaginare le conseguenze di questa reazione, in un tempo così difficile per la Chiesa, in questo imperversare di scandali, che sembra quasi un movimento Divino di purificazione generale.

Siete su due livelli sociali ed interiori, differenti. Non siete capaci di fare introspezione, non avete rispetto per l’altro, esistono SOLO LE VOSTRE REGOLE! E mentre la signora Anna Verde cerca di difendersi, è inutile adesso fare il processo ai suoi difetti, e tutti quei santi che puntano il dito contro di lei, sono da evitare come la peste, sono ruffiani, si capisce perfettamente.

Cosi che Anna esasperata dalle persecuzioni e consapevole delle conseguenze dell’essersi ribellata, non ha più vie di uscita. Ha osato sfidare ingenuamente un impero, e Dio che non ci abbandona mai, le dona un autentico consacrato come alleato.

Purtroppo l’Ordine cappuccino, come sempre, si dimostra un persecutore!! E si arma! Si circonda di gente senza scrupoli, per screditare e infierire usando i mezzi del mondo per provocargli un danno esistenziale, e continueranno anche nel privato a spacciare ogni infamità, cercando testimoni se serve, suscitando ribrezzo e sgomento, fino a portarvi all’apatia totale!!

E coloro che parleranno di questa storia: Diventeranno per loro nemici della Chiesa, profittatori, senza fede…

Ma noi abbiamo il Signore come alleato che dice:

E mentendo diranno ogni sorta di male contro di voi…Ma voi non temete…

E la sofferenza che rimane… traccia un solco inguaribile. Un incubo!! Voi non avete idea del male che può provocare l’aver  creduto così tanto in questa gente, per poi trovarli tutti alleati nel distruggervi… 

E se glielo fate notare non ne vogliono saperne nulla, cambiano discorso e in questa crudeltà si barricano!!

Nessun tribunale umano restituirebbe ai perseguitati la giusta ricompensa!!

In confronto alla loro sempre più apparente e mistificata integrità, Anna e Domenico sono due vittime da sacrificare!!

Non diventate complici di questo Ordine!!

Cari frati state dimostrando al mondo che per salvare l’onore, cioè la vostre vite, siete disposti a distruggere la vita di chiunque, non faccia o dica, o viva, nel modo che a voi piace.  Un abuso di potere, che non ha nulla che fare con il Vangelo, con il ministero e nemmeno con la Regola.

Il vostro fondatore Francesco infatti non vi riconosce più, si è voltato dall’altra parte!

E mentre deridevate Anna attraverso quell’essere prezzolato in trasmissione,  dicendo che quella povera donna non avrebbe avuto mai alcuna credibilità, avete dimostrato a tutti come abusate della vostra posizione sociale, puramente materialistica!

Perché gli avvocati potranno pure fuggire da lei, ma Dio farà fuggire le vocazioni, dalle vostre case.

Voi siete ESCLUSIVAMENTE DEL MONDO e Dio non può dimorare in mezzo a voi!!  

Ora spacciate pure omelie e fate questue, molti se ne guarderanno bene dal cascarci a credere ancora in voi.

Voi non avete gli stessi sentimenti di Cristo!!

Sperate che nessuno lo capisca? Il denaro e la stima del mondo, quelle cose con cui voi non dovreste avere nulla a che fare, sono diventate il cuore della vostra Regola, voi sperate che comportarvi in questo modo sia il solo modo per la sopravvivenza dell’Ordine? Avete perso la strada!!  Così facendo avete barattato la santità, con la menzogna, e avete eliminato Cristo e la Sua Giustizia

Voi vi adoperate a distruggere chiunque, pur di aver ragione. Ma come quel boomerang che vi piace tanto menzionare, SIETE STATI COLPITI  E AVETE RIVELATO LA VOSTRA VERA NATURA.

E NON TUTTI I FRATI SAPRANNO LA VERITA’ DI CIO’ CHE SUCCEDE NELL’ORDINE…

Non contate sulla simpatia di quei pseudo cristiani che usano voi e Dio come pillola per il mal di pancia, perché i credenti, quelli autentici, coloro che lottano per meritare di entrare nella gloria di Dio, sono molto più consapevoli, di cosa siete diventati.

Se non vi convertirete, diventerete sempre più “un ostello di accasati”

Altro che Vocazioni, la grazia non si inventa!

Gli ultimi santi vi stanno abbandonando e le vostre preghiere, non saliranno più al cielo. Perché Dio non si allea con coloro che uccidono una pecora per salvarne 100, e nemmeno con chi abusa della Sua Parola, della sua Figura e del SUO ONORE per mentire, manipolare e distruggere tante anime, cosi preziose per Lui.

In Cristo e in onore dei veri santi

Amen

 

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